Parrucchiere: amore o odio?

Sono stata dal parrucchiere.

Anche voi avete la sensazione di entrare e non sapere quando uscirete da lì? A mio modesto parere, due ore è un tempo ragionevole per stare dal parrucchiere. Ieri ho passato ben 3 ore. Ero in dubbio se spostare la residenza.

Non vado spesso dal parrucchiere. Quelle 2/3 volte l’anno e sono sufficienti. Non amo mi si tocchino i capelli. Poi i miei sono ricci. Ma quel riccio che i i coriandoli mannaggialamiseria me li ritrovo ancora a Natale.

E’ una tortura. Che quando ti siedi e la ragazza inizia a spazzolarti i capelli (ricci), tu sei li con il tuo sorriso di circostanza, a denti stretti, che stai pensando mentalmente tutti i santi che conosci e lei, serafica: “Se faccio male, dimmelo”.

CERTO CHE FAI MALE, disgraziata!

Sempre tranquilla: “Mi starai odiando, vero?”

Cheffai? Confermi? Siamai… ho partorito con dolore, non saranno ‘ste spazzolate a farmi cadere. “Ma no, tranquilla! Ci sono abituata!”.

E invece no, perché a casa, non sé mai visto che spazzolo i capelli asciutti. Machesòscema? Certo che ti sto odiando! Sei li a guardarmi aspettando che io crolli, ma non mi avrai.

Poi arriva il momento della tinta che tira e ritira, ti fanno le extensions e manco te ne accorgi (se non dopo alla cassa). Che poi, a me, fregano sempre. Facciamo lo SHATUSH o il BAYELAGE o sailcavolo? Che quando te lo propongo sei li che la guardi con aria dubbiosa: ma stiamo sempre parlando di capelli, vero? Non di qualche pratica sessuale strana?

Vedrai! Starai benissimo così!” – Gioia mia, se sono venuta da te è perché ormai ho oltrepassato il limite della decenza; anche con uno shampoo e una mezza piega mi sentirei stra gnocca. Fammeli un po’ come te pare! Mi fido! Chi, come me, si fida? Non fatelo!!! Per carità divina! Alla ragazza brillano gli occhi, quasi commossa, e tu cominci a porti il dubbio di aver detto una cazzata (ma te ne accorgerai solo al momento del conto).

E ti ritrovi con ‘sti capelli impacchettati con carta stagnola, tipo regalo di Natale. Stile Maria Maddalena: cadono pesanti sulle spalle, che appena provi a girare la testa, puoi provare a suonare jingle bells con le stagnole. E allora si sta giù, a capo chino e immobile, a far finta di leggere quelle riviste di gossip… macchemmefrega!

Che poi stai giù anche per un altro motivo. Ma metti che ti riconosce qualcuno? Ma quanto siamo ricattabili in quel momento?

Poi io che me devo levare pure gli occhiali (mannaggia a loro), ho sempre il terrore che qualcuno mi riconosca (e che magari attacchi pure bottone) con ‘sti capelli stile Medusa. Magari pure uno gnocco. La sfiga proprio. Ma vi pare? La dignità? Ce la giochiamo proprio. Il parrucchiere lontano 30km bisogna trovarselo, per mantenere l’anominato. Come minimo.

L’unico momento che preferisco è il lavaggio testa. Certo, devi avere una botta de culo pure qui. Se ti becchi l’esaltata che ti lava, sbattendoti la testa su e giù dal lavandino con la forza di Ercole… anche no. “L’acqua va bene?” – “Si, si.. l’acqua okay, è la commozione cerebrale che.. sai com’è… può chiamare il 118?-

Se trovo quella giusta, invece, mi rilasso un mondo. Raggiungo letteralmente Morfeo. Poi il sogno finisce, ahimè, e ti devi alzare, con qualche difficoltà (ma quanto sono scomode le sedie del lavaggio?) e ti prepari al taglio e piega. A questo punto ti prendono per sfinimento. Dopo la tortura e il relax non capisci più niente. E tra l’altro sono passate appena due ore.

Fate di me ciò che volete purchè sia rapido e indolore. Pliiiiisss.

Però sono uscita una gnocca pazzesca! 😉

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